Geografia

La pesca in Giappone

Pesca
La pesca ed il territorio
La conformazione del territorio giapponese ha permesso alla pesca di diventare una delle attività determinanti per il sostentamento alimentare ed economico del paese. Le migliaia di isole dell'arcipelago da sempre sono state una piattarforma ideale per lo sviullo di uno dei mercati ittici pi produttivi al mondo.

La pescosità delle coste giapponesi si spiega con il fatto che all'altezza della baya di Tokyo si incontrano due correnti marine di divera temperatura, la corrente calda Kuroshio a sud e quella fredda Oyashio a nord. La combinazione di acqua calda con quella fredda ricca di ossigeno, favorisce lo sviluppo del plancton, che a sua volta determina l'eccezzionale sviluppo del patrimonio ittico (si contano oltre 8.000 varietà di pesce).

L'importanza della pesca si riflette sull'alimentazione dei giapponesi che a differenza degli europei hanno una cucina basata sul consumo di pesce piuttosto che di carne. La carne in Giappone ha un consto maggiore del pesce che da solo rappresenta l'80% del consumo proteico dei giapponesi.

Per l'attività peschereccia sono importanti 400 specie, alle quali si aggiungono circa 100 specie di molluschi, crostacei, ecc. Molto spesso questa attività è ostacolata dai monsoni e dai tifoni che sconvolgono il mare e dall'ampliamento delle zone con divieti o vincoli di pesca da parte di quasi tutti gli stati costieri del Pacifico. Un altro fattore che limita lo sviluppo della pesca è l'inquinamento progressivo delle acque costiere.

Un forte impulso è stato dato allo sviluppo delle colture di frutti di mare, soprattutto durante la seconda guerra mondiale; anche la coltura delle alghe, fonte di proteine, è in fase di espansione.

Le zone pi˘ pescose si trovano nelle acque del Pacifico, di fronte all'Isola di Kyushu, e nel mare di Okhotsk; in prossimità di queste zone vi si trovano i maggiori porti pescherecci. I pi˘ grandi e moderni impianti per la lavorazione del pesce si trovano a Nagasaki e Fukuoka nell'isola di Kyushu, Tokyo, Ishinomaki e Hachinoe nell'isola di Honshu, a Kushiro e Wakkanai nell'isola di Hokkaido. Le industrie ittiche come quelle di Shiogama (Honshu) e di Hakodata (Hokkaido), lavorano il pesce congelato sbarcato dalle navi frigorifere e dalle "navi fabbriche" (soprattutto salmoni e aringhe pescati in alto mare nel Pacifico e nell'Antartide). A Shimonoseki l'industria della pesca si è specializzata nella lavorazione di sardine e acciughe.

Cenni Storici sulla pesca in Giappone
In Giappone la pesca è stata praticata da sempre in particolare durante il periodo Heian ed il periodo Edo.

Gli alti dignitari praticavano un tipo di pesca chiamata Ukai. L'Ukai prevedeva l'utilizzo di un tipo di uccelli, i cormorani, per la cattura di pesci d'acqua dolce ma la poca fruttuosità di tale tecnica fece si che venne ben presto abbandonata.

Dal periodo Edo le tecniche di pesca giapponesi migliorarono notevolmente, tanto che nel 1936 si arrivarono a pescare 4.300.000 tonnellate di pesce. In seguito alla seconda guerra mondiale che sopraggiunse pochi anni dopo la quantità di pescato calÚ sensibilmente riducendosi della metà.

Subito dopo la guerra il Giappone si riprese anche nel settore ittico e nel 1952 il pescato era di 4.823.000 tonnellate, ma il settore ittico continuÚ a crescere e nel 1972 si arrivÚ a 10 milioni di tonnelate grazie ai provvedimenti che lo stato assunse dopo la guerra.

Attualmente il Giappone è al secondo posto nell'industria della pesca mondiale dopo la Cina.

La raccolta di perle in Giappone
Oltre alla pesca di merluzzi, tonni, sardine, aringhe, salmoni, crostacei, molluschi e altri pesci il fabbisogno alimentare, in Giappone vengono pescate anche le ostriche perlifiche per la raccolta di perle.

Tradizionalmente la ricerca delle ostriche e l'estrazione delle perle era affidata alle donne in particolare nella baia di Omura, questo tipo di pesca viene descritta anche nel libro "La voce delle onde" di di Yukio Mishima.

Attualmente le ostriche da perle vengono allevate e oltre alle perle naturali si hanno le perle coltivate, prodotte per la prima volta nel 1894 da Mikimoto e oggi coltivate soprattutto nei vivai di Toba.
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