Una gran parte dei draghi giapponesi deriva da quelli cinesi.
Gli ideogrammi per indicare il drago vengono infatti da quello cinese 龍 e possono essere scritte con il kanji kyūjitai tradizionale 龍
o con il kanji shinjitai semplificato 竜.
Nella lettura kun'yomi si legge tatsu che è la parola giapponese per indicare il drago, mentre nella lettura on’yomi, si legge ryū o ryō.
Sono moltissimi i draghi giapponesi che sono stati presi dalla cultura cinese, come ad esempio i quattro draghi derivanti da quelli cinesi Si Ling:
Giapponese
Cinese
Kanji
Traduzione
Seiryū
Qinglong
青龍
Drago Azzurro
Suzaku
Zhuque
朱雀
Uccello Vermiglio
Byakko
Baihu
白虎
Tigre bianca
Genbu
Xuanwu
玄武
Tartaruga nera
I giapponesi Shiryū (四竜), 4 draghi re sono praticamente i leggendari Longwang (龍王), Re dragoni cinesi, che governano i quattro mari.
Giapponese
Cinese
Kanji
Traduzione
Gōkō
Aoguang
敖廣
Re Dragone del Mare dell'Est
Gōkin
Aoqin
敖欽
Re Dragone del Mare del Sud
Gōjun
Aorun
敖閏
Re Dragone del Mare dell'Ovest
Gōjun
Aoshun
敖順
Re Dragone del Mare del Nord
Curiosità
Alcuni autori distinguono i draghi ryū giapponesi e i draghi long cinesi dal numero di artigli che hanno sui piedi.
In Giappone sono sempre raffigurati con tre artigli, mentre in Cina ne hanno quattro se si tratta di un emblema ordinario e cinque se l'emblema è imperiale.
Durante la seconda guerra mondiale, molti armamenti militari giapponesi vennero chiamati con i nomi di draghi cinesi.
Un sommergibile piccolissimo fu chiamato Kōryū (蛟竜) = jiaolong (蛟龍), drago delle inondazioni, un veicolo kamikaze a razzo veniva invece chiamato Shinryū (神竜) = shenlong (神龍), drago dello spirito.
La 56a divisione dell'esercito imperiale giapponese fu chiamata, Divisione del Drago, e fu per una strana coincidenza, annientata nella città cinese Longling (龍陵) che significa Tomba del drago.