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Storia

Epoca Tokugawa (1600 - 1868)

Il periodo Edo

Stemma famiglia Tokugawa
Hideyoshi aveva realizzato sul finire del XVI sec. l'unità dell'arcipelago.
Questa unità, si manteneva solo sulla forza delle armi, fu Iyeyasu a renderla definitiva dandole un solido fondamento amministrativo e giuridico.

La Battaglia di Sekigahara (1600) che fu una delle più sanguinose battaglie che si tennero in Giappone, determinò il passaggio ad una nuova era. L'autoproclamato nuovo shogun Iyeyasu, fondò una casata destinata a governare il Giappone per due secoli e mezzo.

Iyeyasu, si fece conferire dall'imperatore il titolo ereditario di shogun (1603) e stabilì la sede del suo governo milita ad Edo (l'odierna Tokyo).
Dal nome di questa città e futura capitale del giappone, questa epoca storica venne ricordata anche con il nome di Periodo Edo.

Attraverso una vastissima rete di spie e la decisione di far vivere i parenti prossimi dei daimyo nella sua corte come ostaggi, ottene il controllo diretto sui Daimyo, che furono costretti anche a risiedere per alcuni periodi a corte.

Tokugawa

La stessa corte imperiale fu sottoposta alla sorveglianza costante dei funzionari shogunali delegati a Kyoto. Per quanto riguarda la politica estera, Iyeyasu e i suoi successori fecero di tutto per isolare il Giappone dal resto del mondo; a partire dal 1624 decreti di espulsione colpirono gli stranieri e solo pochi mercanti cinesi e olandesi confinati nell'isola di Deshima, in prossimità di Nagasaki, furono ammessi a commerciare nel 1640 attraverso funzionari shogunali in veste di intermediari.
Fu vietato ai Giapponesi di espatriare sotto pena di morte (1633) e il tonnellaggio delle navi mercantili fu limitato così da rendere impossibile la navigazione oceanica (1637).
Naturalmente i primi a soffrire di questa politica di isolamento furono i missionari e gli indigeni convertiti. Nel 1637 scoppiò nella penisola di Shimabara una rivolta tra la popolazione giapponese convertita al cristianesimo che terminò con lo sterminio di 37.000 insorti.

Da questo momento il cristianesimo cessò di esistere in Giappone come religione organizzata. L'epoca Tokugawa, culminata nel periodo Genroku (1687-1709), fu caratterizzata dalla rapida ascesa della borghesia cittadina, mentre diminuiva in proporzione l'influenza della vecchia casta dirigente dei daimyo, legata a un'economia agricola. La situazione dei contadini, che costituivano la principale classe produttiva, restò per tutto questo periodo critica e lo stesso shogun dovette ripetutamente intervenire per domare talune rivolte nelle campagne, assai violente.

Nel corso del XIX sec. si svilupparono le contraddizioni interne che resero possibile la trasformazione del Giappone in uno Stato moderno e l'abolizione del dualismo di imperatore e shogun.
A partire dal XVII sec. si era formato intorno ai potenti capi dei clan meridionali e occidentali un movimento di opinione favorevole alla restaurazione dell'autorità imperiale, e questi capi, d'altra parte, manifestavano un costante interesse per le arti e la tecnologia occidentali.
A partire dal 1825 le potenze occidentali esercitarono sul Giappone la loro crescente pressione: esse chiedevano in particolare un trattamento umano per i loro naufraghi, la concessione di stazioni carbonifere nei porti giapponesi e la libertà di operare sul suolo dell'arcipelago per i loro mercanti e per i loro missionari. La prima mossa in questo senso ebbe luogo nel 1853, quando il comandante americano Matthew Perry, violando i divieti, entrò con le sue navi nella baia di Edo (Tokyo) e l'anno successivo impose al governo dello shogun una convenzione relativa ai naufraghi e l'apertura di due porti per il rifornimento delle navi americane.

Nel 1856 giunse a Edo (Yedo) il primo ambasciatore americano, Townsend Harris, che ottenne la firma di un trattato commerciale (29 luglio 1858) sul quale si modellarono nei mesi seguenti analoghi trattati stipulati da Olandesi, Russi, Inglesi e Francesi. Tali trattati aprirono il Giappone alle relazioni politiche, culturali e commerciali con l'Occidente, provocando un'immediata reazione da parte dei nemici del regime shogunale.

Questi si abbandonarono, nel nome dell'imperatore, a una serie di atti di violenza contro i residenti stranieri (dodici dei quali furono assassinati tra il 1859 e il 1862) e nel 1863 bombardarono le loro navi a Shimonoseki, il che provocò rappresaglie immediate da parte delle potenze.
Di fronte ai mezzi militari degli Occidentali, l'impotenza del governo shogunale divenne palese agli occhi dei suoi stessi seguaci: il 9 novembre 1867, Yoshinobu, ultimo degli shogun Tokugawa, si piegò senza tentare di resistere e rimise tutti i poteri all'imperatore Mutsuhito (Meiji) allora quindicenne.





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