Simona in Giappone

Terzo giorno a Tokyo

Questa mattina la sveglia è suonata prestissimo per andare al mercato del pesce! Ci siamo alzati sudatissimi perché evidentemente ieri sera abbiamo fatto un po’ di confusione con l’aria condizionata.
Abbiamo dovuto rinunciare alla nostra fantastica colazione giapponese (in hotel non servono la colazione alle 5 del mattino) e abbiamo ripiegato sulla lattina di caffè del distributore, bevuta lungo la strada che ci porta verso la metropolitana.
La città è già sveglia, ci sono parecchie persone che vanno a lavoro e mentre albeggia ci ritroviamo a camminare in modalità zombie nel vano tentativo di accendere il cervello!
Non abbiamo ben capito come raggiungere il mercato del pesce dall’uscita della metropolitana e decidiamo di seguire il flusso di persone: ci sono signore con il cestino della spesa e il grembiule da cucina, ragazzi che sembrano garzoni di qualche ristorante e parecchi turisti, come noi, con macchina fotografica e telecamere.
Non abbiamo speranza di trovare ancora biglietti per l’asta dei tonni, siamo già in ritardo e i posti sono limitati.
L’odore di pesce e di mare é già molto forte e aumenta man mano che ci avviciniamo.
Eccolo!
Siamo arrivati, ma all’entrata c’è un addetto che ci spiega (a gesti) che da lí possono entrare solo le persone autorizzate.
Convinti di aver sbagliato solo l’ingresso ci dirigiamo alla ricerca di quello per i turisti.
Troviamo un signore che molto gentilmente ci spiega, mentre siamo intenti a bere il secondo caffè delle macchinette, la strada per dove entrare.
Trotterellando felici cominciamo a percorrere la strada che ci é stata indicata, passiamo per la parte del mercato dove vengono smistate le casse di frutta e verdura e finalmente arriviamo alla parte dedicata al pesce!
Che meraviglia, un trionfo di odori, colori e persone! Invito Mario a fotografare, filmare, mentre cerco di catturare con gli occhi tutto quello che mi circonda!
La nostra gioia dura pochissimo! Dopo qualche minuto arriva un addetto alla sicurezza che quasi scusandoci ci spiega che il mercato a quell’ora é chiuso ai turisti, ci fornisce una cartina del mercato con le indicazioni e gli orari per i turisti e ci accompagna verso l’uscita, non dimenticandosi di raccattare lungo la strada altri turisti entrati per sbaglio.
Ci lascia all’entrata tra mille inchini e scusandosi (lui) per l’accaduto.
Che fare? Ci siamo svegliati all’alba e mancano ancora due ore all’ingresso (il mercato sarà accessibile solo alle 9.00), decidiamo di farci un giretto nella zona circostante, che é comunque molto caratteristica e piena di negozi pieni di oggetti di artigianato e oggetti per la cucina.
Ci facciamo conquistare da un negozietto che vende ciotole, piatti e tazze e facciamo il più grande errore della vacanza: compriamo 4 tazze e una ciotola che occuperanno gran parte dello spazio in valigia andando ad appesantire (già dal terzo giorno di vacanza) i nostri bagagli.
Consiglio: questi acquisti é sempre meglio rimandarli all’ultimo giorno, sopratutto se si fa un viaggio come il nostro in cui i bagagli devono essere portati a spasso per il Giappone.
Inoltre nei giorni successivi abbiamo trovato tazze altrettanto belle a prezzi decisamente inferiori.
Con lo zaino appesantito dallo shopping ci mettiamo alla ricerca di un posto dove fare colazione.

La zona intorno al mercato del pesce é piena di ristorantini tipici che preparano esclusivamente pesce.. Giriamo e rigiriamo per i vicoli, notando che molti hanno una fila lunghissima, altri invece sembrano meno frequentati, molti hanno solo cartelli in giapponese, altri hanno le foto dei piatti per facilitare la scelta.. Non sappiamo dove andare, o forse vorremmo entrare in tutti, e alla fine ne scegliamo uno che ha tutti i piatti fotografati e sembra specializzato in sashimi e chirashi sushi!
Mentre attendiamo il nostro turno per entrare decidiamo già il nostro piatto perché ogni dieci minuti circa esce l’addetto del ristorante, che mentre siamo ancora in fila, prende le ordinazioni, per velocizzare la permanenza all’interno del ristorante (che ha solo una decina di coperti disposti in un unico bancone di fronte alla cucina).
Mangiamo del pesce freschissimo, buonissimo, accompagnato dalla mia adorata zuppa di miso…
Solo la foto può rendere giustizia alla nostra colazione:
colazione con sashimi a tsukiji market
Con la pancia piena si ragiona meglio e anche l’attesa che ci separa dall’orario d’ingresso é meno pesante.
Decidiamo di avvicinarci all’entrata e troviamo già parecchi turisti in attesa; noto che molte ragazze indossano sandali e infradito bassissime; io sono contenta di aver seguito i consigli della guida e di aver optato per le scarpe da ginnastica (anche se fa già caldissimo), perché sul pavimento c’è molta acqua e si scivola facilmente.
Alle nove precise, senza che nessuno ci dica nulla, entriamo tutti insieme nel mercato e nel giro di pochi secondi stiamo già curiosando tra le bancarelle.
Evidentemente questo per gli addetti ai lavori é il momento in cui ci si rilassa un po’ e si comincia, con molta calma, a risistemare e pulire il banco per il giorno successivo.
venditore di pesce per sashimi e sushi
Vediamo pesci stranissimi, cozze grandi come il palmo di una mano, tantissime conchiglie, salmone e anche qualche tonno, che dopo l’asta della mattina, viene sporzionato è impacchettato per partire.
pesce fresco al mercato
pesce fresco
mercato del pesce
Il mercato del pesce é un luogo fantastico dove scattare belle foto e girare video interessanti: ci sono colori, luci, persone e angoli così magici che sembra di trovarsi sul set di un film.
Giriamo nel mercato per almeno un paio di ore, Mario scatta tantissime foto e io curioso in tutte le bancarelle fantasticando sulla miriade di probabili ricette da cucinare!
Proprio mentre sono immersa nel mio mondo culinario inciampo in malo modo su di una cassa di pesce e perdo l’equilibrio, andando a finire tra le braccia di un giapponese che cerca di aiutarmi (e per fortuna che avevo messo le scarpe comode!!!); piena d’imbarazzo e mortificazione chiedo umilmente scusa, mentre i giapponesi che hanno assistito al mio show cercano di trattenere a stento le risate (cosa che non riesce invece a fare Mario che continua a ridacchiare e prendermi in giro per almeno mezza giornata).
Usciamo dal mercato in tarda mattinata, fa caldissimo e il sole è veramente ustionante! Per tornare alla fermata della metro facciamo un giro diverso e troviamo tanti altri negozi tipici!
Il programma della giornata è quello di andare ad Odaiba a vedere il Gundam gigante che si trova all’entrata di un famoso centro commerciale, mangiare qualcosa e poi tornare per una sosta lavatrice/sonnellino in albergo.
Arriviamo sotto il Gundam in poco tempo grazie ai mitici collegamenti metro-treno giapponesi (in Italia spostarsi da una parte all’altra della città con tutti quei cambi di treno avrebbe richiesto almeno il doppio del tempo). Il caldo é opprimente e finalmente riesco ad avere un ventaglio pubblicità in omaggio (erano due giorni che li avevo puntati e ancora non ero riuscita a farmene regalare uno).
Facciamo un rapido saluto al Gundam gigante, ci facciamo la foto ricordo, e approfittiamo del centro commerciale per assolvere le nostre emergenze idrauliche e respirare un po’ grazie all’aria condizionata!
selfie con statua di Gundam
All’interno del centro commerciale c’è tantissima gente, troppa per i nostri gusti, e decidiamo finalmente di tornare in albergo per riposare un pochino e fare il bucato (si suda così tanto qui che già dopo due giorni siamo in emergenza panni puliti).
Ci fermiamo a mangiare nel piano interrato della nostra stazione della metropolitana dove ci sono tantissimi ristoranti a buon mercato dedicati agli impiegati in pausa pranzo; io sono stanca, accaldata e affamata, ma devo valutare bene la situazione… la scelta non è facile perché ogni ristorantino propone cose diverse, piatti invitanti e sopratutto io vorrei mangiare in tutti!
Come sempre quando c’è troppa scelta entro nel panico: comincio a girare come una pazza, valuto tutto, sbavo davanti a tutto e poi presa dall’isteria e dal nervoso faccio decidere Mario che ha l’arduo compito di leggermi nel pensiero e capire quello che io desidero di più!
Alla fine approdiamo in un ristorante che ha tutti le riproduzioni dei piatti di plastica esposti di fuori e quindi entriamo già consapevoli di quello che vogliamo mangiare.
Il cameriere nel momento in cui ordino il mio piatto mi spiega a gesti che si tratta di un curry di verdure e uova molto molto piccante, io faccio la gradassa e confermo il mio ordine, mentre Mario opta per un piatto semplice a base di pollo fritto e riso.
Il mio piatto si è rilevato essere davvero piccantissimo, ma non darò mai la soddisfazione a Mario di dirgli che non ce la faccio neanche a mangiarlo… neanche la zuppa di miso e il the (compresi nel coperto) riescono ad evitare alla mia bocca di andare a fuoco!!
ristorante di curry a tokyo
menu completo al curry giapponese piccante

Finiamo di mangiare quando il locale sta quasi per chiudere e ci dirigiamo di fretta verso l’albergo, dove carichiamo la lavatrice a gettoni, c’infiliamo il pigiama e ci mettiamo a dormire per un paio di ore (il tempo necessario tra lavaggio e asciugatura).
Rinfrancati dal sonnellino e sollevati per aver fatto il bucato, ci dirigiamo finalmente verso Shinjuku, il quartiere che sono più curiosa di vedere, quello che tutti descrivono come il cuore pulsante di Tokyo.
Appena scesi dal treno abbiamo difficoltà a trovare l’uscita centrale (è assurdo, ci sono tantissime direzioni, piani e una valanga di persone che camminano velocemente da tutte le parti)… mentre vaghiamo tra i vari piani della stazione incontriamo anche un supermercato alimentare grandissimo e invitante: si tratta di una caratteristica in tutte le grandi stazioni di Tokyo e la curiosità ci spinge ad entrare.
Si tratta di un enorme spazio in cui ci sono tantissimi banchi che vendono ognuno una cosa diversa e funzionano come tanti piccoli negozi autonomi… ci sono quelli che vendono solo spiedini, quelli che vendono tutti i tipi di frittura esistenti sulla faccia della terra, quelli specializzati nel sushi, quelli che hanno solo dolci e quelli che vendono solo carni arrostite o pesce.. insomma tutto il cibo del mondo sembra concentrato in questo posto.
Io e Mario siamo incantati, innamorati e vogliosi di provare tutto, ma alla fine capitoliamo di fronte ad un enorme gnocco morbido al vapore con un ripieno di carne buonissimo.


Rifocillati dalla merenda super calorica affrontiamo finalmente il quartiere più giovane e moderno di Tokyo! Come sempre rimaniamo stupiti, anche se l’impatto rispetto a Shibuya è meno elettrizzante! Vaghiamo tra negozi multicolori, folla di persone, urlatori che promuovono saldi e luci da tutte le parti.
Incontro anche per la prima volta i famosi impiegati in camicia bianca e pantalone nero che si ubriacano dopo il lavoro!
ubriaco mattutino a tokyo
Mario vuole andare a vedere il panorama dall’ultimo piano del palazzo governativo e impieghiamo un po’ di tempo ad interpretare la cartina.
Ci addentriamo in una parte del quartiere più tranquilla ( evidentemente si tratta di una zona di uffici e di sera sono chiusi) e finalmente arriviamo al palazzo da dove si dovrebbe salire per osservare il panorama, ma é tutto chiuso, le luci sono spente e non riusciamo a capire da dove si possa entrare; seguiamo una coppia di ragazzi che evidentemente ha il nostro stesso problema, e un vigilantes ci indica un entrata secondaria posta al piano interrato da dove poter salire prendendo degli ascensori gratuiti!
Finalmente arriviamo in cima e possiamo goderci il panorama, che in tutta sincerità é molto simile a quello visto la sera prima dalla Tokyo Tower.
veduta notturna Tokyo osservatorio
L’ambiente é più rilassato, c’è pochissima gente e le luci soffuse sono gradevoli.
Riusciamo anche a fare degli acquisti nei negozi di gadget e decidiamo di tornare nella parte più turistica del quartiere per trovare un posto dove cenare.
Mario vuole assolutamente mangiare la carne, io non ho preferenze e questa volta lascio scegliere lui che decide per un piccolo ristorante che propone un menù di carne e verdure grigliate.
Entriamo e ci rendiamo conto di essere gli unici clienti, ci fanno accomodare e prendono le ordinazioni.
Appena li cameriere si allontana vengo incuriosita da una specie di uovo di plastica con dei pulsanti, posto al lato del tavolo accanto alle salse e al sale… Sono troppo curiosa e comincio a premere i tasti rimanendo contrariata del fatto che non accada nulla!!
Improvvisamente appare il cameriere per chiedere di cosa abbiamo bisogno, noi lo guardiamo perplessi e non capiamo.. Lui ci spiega che premendo i tasti lo abbiamo chiamato!!
Che figuraccia!
Insieme alla carne, che griglieremo direttamente noi sulla piastra inserita al centro del nostro tavolo, ci portano anche due enormi bavagli di plastica per non farci sporcare.
La carne e le verdure sono molto buone, anche se forse avrei gradito una quantità maggiore di ciccia…
Dopo cena continuiamo il nostro tour, ma dopo poco, presi dalla stanchezza decidiamo di tornare verso l’albergo senza dimenticare però di fermarci al kombini della stazione per comprare un dolcetto alla panna per me è un gelato al thé verde per Mario.
Domani andremo a Nikko, le previsioni meteo non sono buone.. Speriamo bene!




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