Simona in Giappone

Quinto giorno: Akihabara

Questa mattina dopo la solita abbondante colazione (temo che non moriremo di fame in questa vacanza) ci siamo diretti verso il quartiere di Akihabara.
Per molti questa é la parte di Tokyo più interessante perché é qui che si trovano molte delle cose più stravaganti, i negozi anime e dei cos play, i sexy shop più forniti e tutti i negozi/bancarelle che vendono materiale elettronico, i maid café.


Il caldo é già torrido di prima mattina e appena scesi dalla metro ci rendiamo conto di quanto il quartiere sia già in pieno fermento nonostante il caldo e il fatto che sia mattina.
Per i primi venti minuti gironzoliamo senza meta cercando di ambientarci: io sono incuriosita da tutte le vetrine, da tutti gli oggetti esposti e dalle mille possibilità di acquisto che ti vengono offerte ogni volta che entri in un negozio.
La prima tappa la facciamo in un negozio sexy… In realtà ci capitiamo per caso perché io vengo attirata dalle Yucata che sono esposte fuori e subito dopo dai vestiti da studentessa che ho sempre sognato di avere!!
Decidiamo di entrare per vedere se ne hanno della mia misura e capiamo che si tratta di un sexy shop di quelli che a seconda dei piani soddisfano (mai termine fu più appropriato) varie esigenze.
Al primo piano ci sono vestitini più o meno sexy, slip e tanga di vari colori e dimensioni e penso che ogni differente modello sia l’imitazione di quelli di qualche manga o anime, ma potrei anche sbagliarmi.
Purtroppo, o per fortuna, non leggiamo subito il cartello con scritto che non si posso fare foto e video e quindi qualche scatto riusciamo a farlo.
Esaurito il giro al primo piano, saliamo al secondo e ci rendiamo conto di aver varcato il confine tra oggetti simpatici e buffi e oggetti decisamente osé.
Questo é il piano dedicato alle donne, quindi ci sono tantissimi vibratori di ogni forma e dimensione, materiali.. Oggetti per procurare piacere, manette, fruste e cose sadomaso, bamboli gonfiabili e vestiti con borchie e aculei.
Saliamo ancora un piano ed eccoci arrivati al settore per uomini e quindi abbiamo la stessa varietà di giochi e simil corpi umani nella versione femminile.
Il terzo piano é interdetto alle donne (chissà cosa ci sarà) e addirittura all’ultimo piano possono accedere solo i giapponesi uomini.
Mentre Mario decide di salire al terzo piano, io esco dal negozio e tornando sulla strada continuo a curiosare nelle vetrine dei vari negozi di elettronica.
Mentre gironzolo vedo il palazzo della sega: un enorme sala giochi a più piani.
Sono curiosa di entrare, sopratutto perché scorgo subito al piano terra le infernali macchinette nelle quali devi acchiappare gli oggetti con la gru manovrata dal cursore.. Appena Mario esce, un po’ perplesso, dal terzo piano del sexy shop lo trascino nel palazzo della Sega.
Oramai sono entrata nel tunnel della pesca elettronica e alla fine della vacanza i soldi spesi in questo genere di svago non saranno pochi (per fortuna non costano molto e si vince spesso).
Adocchiamo subito la vetrina con i doraemon di peluche, lo voglio, dovrà essere mio e dopo due tentativi, incredibilmente il pupazzo sarà nostro.
Mario ad Akihabara
Doraemon vinto agli ufo catcher
Dopo la conquista decidiamo di salire ai piani superiori, dove troviamo il top di tutti i giochi delle sale giochi.. Mai visto nulla di simile (anche se devo ammettere che non sono una frequentatrice di sale giochi).
All’ultimo piano troviamo una serie di cabine, dove é possibile pilotare un robot come si fosse veramente nella cabina di pilotaggio del robot… Quindi il gioco ideale per tutti gli aspiranti Actarus!
Logicamente Mario lo vuole provare, e dopo aver perso un po’ di tempo a cercare di capire il funzionamento del robot, si può finalmente trasformare negli eroi dei cartoni animati di quando eravamo piccoli.
Di questa epica battaglia contro il male dovrebbe esserci un video, ma io m’impapero con la videocamera e alla fine ci ritroviamo una meravigliosa ripresa del pavimento della sala giochi e dei miei piedini.
Si è fatta quasi ora di pranzo, ma decidiamo comunque di fare un rapido giro in uno di quei negozi con le teche in affitto dove vengono venduti ogni genere di gadget manga e anime.
il rapido giro si trasforma in una permanenza di quasi due ore, con i nostri nasi appiccicati a curiosare in tutte le teche tra vari gridolini di eccitazione e stupore e il portafogli quasi svuotato.
Per rirpenderci dalle folle spese, anche se temo che non saranno le ultime, ci dirigiamo alla ricerca del pranzo inoltrandoci tra i vicoli del quartiere.
Mentre io sbircio tra i cartelli dei ristoranti per capire dove e cosa mangiare, noto che Mario è invece piacevolmente attratto da tutte le ragazzine super mega graziose che pubblicizzano i Maid caffè vestite da cameriere più o meno sexy.
I maid caffè sono locali dove il cliente viene servito da queste belle ragazze che lo fanno sentire un sultano nel suo harem, lo coccolano (solo a parole, la cosa non diventa mai volgare) e lo ricoprono di attenzioni.
Sono posti dove si mangiano piatti sfiziosi, molto spesso dolci, decorati in modo Kawaii!
Riporto Mario alla realtà ricordandogli che io HO FAME e che non ho alcuna intenzione di passare il resto della giornata a guardare belle ragazze 🙂
Mentre girovaghiamo notiamo un ristorante con un insegna molto invitante, con delle belle foto di nodles e c’è scritto che si tratta del re dei nodles (avrà vinto qualche gara o si sarà autoproclamato?), decidiamo di fidarci e entrare.
Il locale è piccolissimo e come quasi tutti i locali di ramen e nodles è lungo e stretto, con la cucina su di un lato e il bancone con i coperti con vista cucina.
Ordiniamo alla macchinetta un piatto di ramen al burro per me e uno di nodles piccanti per Mario.
Mentre attendiamo le nostre ciotole, andiamo in turno al bagno unisex del locale: inutile dire che è più pulito di quello di casa nostra, è profumato e tirato a lucido e quando usciamo ci meravigliamo di aver entrambi fotografato questa anomalia orientale (un bagno pubblico pulitissimo???? Perché in Italia non riusciamo ad averlo???).
Bagno pubblico in Giappone
Nel locale c’è la possibilità di scrivere sul muro con dei pennarelli e noi ne approfittiamo per lasciare il nostro messaggio di saluto; accanto a noi un signore mangia il ramen piccante e asciuga il sudore con centinaia di fazzolettini di carta.
I nostri piatti son fantastici: buonissimi e super guduriosi e in pochissimo tempo ripuliamo le ciotole soddisfatti.
Noodles del campione di Tokyo
Noodles con carne piccante a Tokyo
A questo punto con la stomaco pieno decidiamo di continuare a girare per il quartiere curiosando tra le vetrine e i negozi di gadget per il resto del pomeriggio.
Dobbiamo tornare in albergo presto per preparare i bagagli cercando di infilare tutti gli acquisti nelle valige (impresa sempre più difficile già dal quarto giorno di vacanza) e io fatico non poco a convincere Mario a cenare in camera comprando cibo in uno di quei super-mega-galattici supermercati all’interno dei centri commerciali.
Purtroppo in questo quartiere non ne troviamo nessuno (mannaggia) e quindi Mario molto pazientemente mi riporta a Shinjuku dove sono sicura di trovarne.
Riattraversiamo con la metro mezza città e finalmente riusciamo a portare in camera la cena, il tutto è documentato in questo video.


Domani andremo a Nara!!!




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