Il sistema scolastico in Giappone subì i cambiamenti più significativi dopo la seconda guerra mondiale. Sotto l'occupazione, infatti, il vecchio sistema 6-5-3-3 fu cambiato in 6-3-3-4, vale a dire 6 anni di elementari, 3 di medie inferiori, 3 di liceo e 4 di università. In aggiunta la scuola dell'obbligo si estese da sei anni (solo scuola elementare), a nove anni (elementari e medie), agevolando la formazione di scuole unificate che in uno stesso istituto comprendevano appunto elementari e medie. In seguito si formarono anche scuole che comprendevano liceo e Università..
si articola in cinque cicli.
1) Scuola materna (età
3 - 6 anni)
2)Scuola elementare
(età 6 -12 anni)
3) Scuola media
inferiore (età 12 - 15 anni)
4) Scuola media
superiore (età15 - 18 anni)
5) College o
università (In genere quattro anni)
Lo schema che segue mostra la tipologia di giornata scolastica giapponese:
In Giappone l'istruzione è gratuita e obbligatoria dai 6 agli 11 anni.
La scuola secondaria superiore è diventata oggi una componente essenziale della formazione di un ragazzo.
Il Giappone ha il record al mondo di popolazione meglio istruita, con il 100 % delle iscrizioni alla scuola
dell'obbligo e zero analfabetismo. Per il liceo le iscrizioni sono superiori al 96 % su scala nazionale, e
comunque vicine al 100 % nelle grandi città.
Alcuni studenti non frequentano le
scuole medie superiori più vicine alle loro abitazioni. E'
un'idea comune che alcune scuole ed università siano migliori di
altre. Si pensa che uno studente che frequenti un buon liceo
abbia la possibilità di entrare in una buona università che lo
faciliterà nell'ottenere un buon lavoro.
Gli studenti giapponesi
chiamano, non a torto, il loro sistema scolastico " shiken
jigoku " ossia inferno degli esami .
Quelli delle scuole
più famose sono molto difficili. Molti studenti frequentano
speciali scuole private (juku) serali o nei fine settimana per
prepararsi agli esami di Ammissione.
La maggior parte degli istituti medi inferiori e superiori richiede ai propri studenti
di indossare uniformi.
Le uniformi dei ragazzi sono di solito
nere con bottoni d'ottone e colletti alti e rigidi, le ragazze di
solito indossano divise blu con gonne a pieghe (divisa alla
marinara), ultimamente, perÚ, molte scuole stanno cambiando lo
stile delle loro divise per renderle più attraenti e comode. Non
bisogna dimenticare, infatti, che alcuni studenti scelgono il
tipo di scuola in base al tipo di uniforme.
Gli studenti e gli
insegnanti sono responsabili della pulizia della loro scuola (in
Giappone non esistono i bidelli). Ogni giorno, parte del tempo
viene destinata a questo compito. Ogni classe (nell'elementari vi
possono essere fino a 40 studenti per classe) è divisa in gruppi
che, a turno, puliscono la classe, i corridoi, i bagni e altre
aree comuni della scuola.
Alcune scuole hanno anche delle aiuole
che i ragazzi coltivano e di cui si prendono cura. Tutti gli
studenti giapponesi devono studiare l'inglese dalla scuola media
inferiore e la maggior parte di essi continua a studiarlo per
almeno sei anni.
Il 46,2 % degli studenti che finiscono il liceo, prosegue poi fino all'Università, o si iscrive a dei diplomi universitari.
Se uno studente dovesse fallire l'esame d'ammissione, e diventasse quindi un ronin*, dovrebbe passare tutto l'anno successivo a studiare per prepararsi di nuovo, e molto spesso si iscriverà per questo scopo a dei corsi di recupero in scuole specializzate. Queste scuole stanno aumentando di anno in anno in tutto il Giappone, e sono frequentate anche durante l'anno scolastico da quegli studenti che si preparano in anticipo all'esame (di ammissione e non).
Rifacendosi a concetti quali le pari opportunità, il diritto all'istruzione etcÖ dopo la guerra le scuole aprirono alle larghe maniche della popolazione, offrendo a tutti la possibilità di studiare. Lo scopo era quello di "formare" il prototipo di persone di cui l'industria in quel momento aveva maggiormente bisogno, persone quindi efficienti nella produzione su larga scala di prodotti di qualità. CiÚ fu raggiunto, (tutti siamo a conoscenza dei passi da gigante che l'economia giapponese ha fatto dalla fine della guerra ai nostri giorni), ma a discapito proprio degli studenti che uscivano dalle scuole perfettamente istruiti su concetti precisi e metodici, ma che magari non sapevano pensare con la loro testa, meno abili a giudicare e pensare da sÈ, meno innovativi e fantasiosi, e naturalmente con meno voglia di conoscenza. Per questo motivo il Consiglio Nazionale sulla Riforma Scolastica, il Ministro del Consiglio Centrale sull'Istruzione Scolastica, e altri consigli e collegi fanno spessissimo richiamo a riforme da attuare al sistema enfatizzando l'attenzione che si dovrebbe rivolgere alla creatività e il rispetto di ogni singolo individuo. La Riforma Scolastica, non a caso, è uno dei punti sempre presenti nelle agende dei politici giapponesi.
Al giorno d'oggi i cambiamenti su cui si sta discutendo riguardano la possibilità di ridurre la settimana scolastica, e di cambiare l'attuale sistema per fare in modo di unire le medie inferiori e il liceo in un'unica struttura, che andrebbe quindi a cambiare in 6-6-4.
*ronin è un termine che veniva usato in passato per indicare i samurai che erano
rimasti senza padrone. Oggi vengono chiamati così, quegli studenti che hanno fallito l'accesso
all'Università scelta, e devono impegnarsi per un altro anno a preparare l'esame d'ammissione.