La storia segue la vita di una coppia di anziani, Shukichi e Tomi Hirayama, che lasciano il loro villaggio per andare a fare visita ai loro figli a Tokyo.
Tuttavia per i figli, ormai presi dai loro impegni quotidiani, la loro presenza sembra essere più un peso che un piacere.
L'unica a mostrare un certo tipo di affetto più sincero è Noriko, la vedova del loro figlio caduto in guerra.
Alla fine, gli anziani tornano a casa, ma il viaggio segna una riflessione profonda sulla distanza emotiva che si crea tra le generazioni.
Ozu adotta uno stile minimalista con inquadrature statiche e prospettive basse, enfatizzando la quotidianità e la malinconia della vita.
Il film esplora il contrasto tra tradizione e modernità, il senso di alienazione e la difficoltà di mantenere i legami familiari
in un mondo che cambia rapidamente.
Questo film è considerato una delle più grandi opere cinematografiche di tutti i tempi, ed ha influenzato registi come Wim Wenders.
Il suo messaggio senza tempo continua a commuovere il pubblico, rendendolo una pietra miliare del cinema d'autore.
Le atmosfere messe in risalto dal bianco e nero e da una narrazione lenta e riflessiva trasmettono una sensazione quasi di angoscia che non abbandona mai lo spettatore.
E' uno di quei film che consiglio sempre di guardare più volte, perché ad ogni visione ti lascia dentro qualche nuovo spunto di riflessione.