Myamoto Musashi e il libro dei cinque anelli

Musashi
Un'antica storia giapponese dell'epoca feudale racconta che un anziano samurai stava placidamente consumando il suo pasto serale in una locanda quando tre soldatacci di ventura entrarono nel locale. I tre avventurieri si accorsero che il samurai aveva al fianco due splendide spade di squisita fattura e progettarono di impadronirsene in vista di un lauto guadagno. Detto fatto, si accoccolarono vicino al tranquillo signore e presero a sbeffeggiarlo ad alta voce, ma il vecchio non li degnò d'uno sguardo e continuò a mangiare.
Allora i tre compari passarono agli insulti più cocenti nell'intento di scalfire quell'impenetrabile corazza d'indifferenza. Se fossero riusciti a farlo uscire dai gangheri e a fargli mettere una mano sull'elsa della spada, lo avrebbero battuto e ucciso in un baleno, essendo tre giovani contro un vecchio. Come se non bastasse il tormento dei tre provocatori, quattro mosche ronzavano attorno alle ciotole del samurai; improvvisamente, questi afferrò con fermezza uno dei bastoncini destinati a portare il cibo alla bocca e con quattro colpi precisissimi fece fuori gli insetti molesti.

A quella vista i bravacci sussultarono: se il samurai sapeva usare con tanta maestria un bastoncino, figurarsi cosa era capace di compiere con le sue affilatissime spade. Quell'uomo non era certamente pane per i loro denti.
Si scambiarono una rapida occhiata e se la svignarono con la coda tra le gambe. Solo in seguito appresero con grande sollievo di averla scampata bella. Il samurai che con tanta flemma aveva dato dimostrazione della sua eccezionale perizia, risparmiando loro la vita, era nientemeno che Miyamoto Musashi.

Tratto da "Il libro dei cinque anelli" di Miyamoto Musashi

Chi era Myamoto musashi

Ben-nosuke, conosciuto con il nome di Miyamoto Musashi, in maturità con il nome di Shinmen Musashi-no-kami Fujiwara-no-genshin. La sua famiglia proviene dal clan Arima di Kyushu (isola meridionale tra le 4 principali del Giappone); suo nonno, Hirada Shoken fu vassallo di Shinmen Iga-no-kami Sudeshige, daimyo del castello Takeyama, di cui sposo la figlia acquisendo il diritto di portare il nome Shinmen.

Musashi-no-kami significa signore dei Musashi, mentre Fujiwara-no-genshin sta per sapiente dei Fujiwara, clan che discende dai primi seguaci della dea Amaterasu (dea del sole) che fu per 1000 anni il piu potente del Giappone. Venne abbandonato all'eta di 7 anni dal padre Munisai, guerriero di professione, venendo adottato dallo zio materno prete da cui forse apprese i primi rudimenti della scherma, mezzo con il quale cercava di disciplinare la violenta aggressività del ragazzo.
Musashi uccise all'eta di 13 nel suo primo duello Arima Kihei, samurai noto per la sua abilità con la spada e con lo Yari (lancia), della scuola Shinto-ryu.

Il secondo duello lo disputò a 16 anni contro Tadashima Akyama, il quale ottenne prima di morire un riconoscimento per il suo valore da Musashi, in seguito comincia un pellegrinaggio senza meta in cerca di avventure e affermazione personale. Durante il suo viaggio partecipa alla battaglia di Sekigahara sopravvivendo a quei terribili 3 giorni e alle feroci settimane successive. Poi all'età di 21 si diresse a Kyoto progettando una vendetta, la famiglia Yoshioka dava tradizionalmente il maestro d'armi agli Ashikaga e in seguito alla sconfitta di questi ultimi Ieyasu aveva proibito agli Yoshioka di esercitare il mestiere delle armi.
Molti anni prima il padre Munisai era stato invitato da parte dello shogun Ashikaga Yoshitaki a dimostrare la sua abilità , vinse 2 su 3 incontri contro gli Yoshioka, Cosi la presenza del figlio di Munisai in città provoca l'onore della famiglia, cosi giunse la sfida con il capo clan, Seijiro.

Lo scontro avvenne su una collina vicino Kyoto, Musashi arrivo in ritardo all'appuntamento e senza scusarsi attacco con violenza, buttando atterra l'avversario munito di una vera spada, poi con un colpo del suo bokuto o spada di legno lo colpi in testa, Seijiro non mori ma durante il ritorno a casa si taglio il codino, simbolo della casta guerriera, questo significava che era stato disonorato al punto di non poter più combattere.
Musashi continuo a permanere in città costringendo il fratello di Seijiro, Denshichiro a sfidarlo, ma non ebbe miglior sorte, arrivando di nuovo in ritardo come strategia per innervosire l'avversario Musashi lo stese morto con un sol colpo del suo bokuto.
Cosi ora rimaneva solo il giovane Hanshichiro, figlio di Seijiro , non aveva ancora l'età per essere considerato samurai ma la tradizione di famiglia imponeva il duello e Musashi non voleva lasciare alle spalle un giovane che in seguito avrebbe cercato di vendicarsi. Il duello venne fissato in un bosco di pini, contando sulla strategia del ritardo Hanshichiro giunse sul posto accompagnato da famigliari armati deciso di tendergli un agguato, ma Musashi era nascosta gia al sorgere del sole e ascoltati i progetti sbuco nel mezzo del gruppo impreparato uccidendo lo Yoshioka sempre con il suo bokuto senza che questi avesse il tempo di sfoderare la sua spada e poi affrontando con due spade le lance degli altri, respingendoli e uccidendone alcuni finchÈ, davanti agli archi degli altri che cercavano di colpirlo si dette alla fuga. Divenne leggenda.

Nel 1605, visitò il tempio di Hozoin per sfidare Oku Hozoin, prete Nichiren, allievo del famoso bonzo Zen Hozoin Inei, che aveva creato la sua scuola dopo aver studiato con Izumi Musashi-no-kami di Shinto-ryu. Musashi lo batte due volte in duelli incruenti usando la spada di legno corta contro lo yari dell'avversario. Questi duelli gli permisero di fermarsi per un breve periodo al tempio, cosi ne approfitto per studiare le tecniche e per disputare la loro filosofia. Musashi continuava il suo viaggio sulla via di Heiho, in iga incontrò Shido Baikin esperto di kusari-gama, un arma composta da una catena di 2 metri circa, alle cui estremità è fissata una falce.
Il duello si disputo davanti agli allievi dell'avversario, questi roteo la sua catena per avvolgere la spada di Musashi e tirarlo a se, ma Musashi estrasse la spada corta e lo trafisse di punta al petto; gli allievi lo attaccarono ma Musashi con le sue due spade li mise in fuga. In Edo (Tokyo), un guerriero di nome Muso Gonosuke richiese un duello a Musashi. Musashi era seduto a intagliare una nuova arma nel legno e temporeggiò finché non l'ebbe terminata; poi si alzò mettendosi in guardia con le sue due spade.
Gonosuke attaccò per primo col lungo bastone di cui era specialista, ma l'altro, avanzando diritto, ne neutralizzò l'azione, dimostrando la sua superiorità.
Gonosuke abbandonò il combattimento. Musashi continuava, in Izumo v'erano molti rinomati combattenti e Musashi chiese al signore Matsudaira di incontrare il più forte dei suoi paladini.
Venne scelto per il duello un samurai che maneggiava un bastone esagonale lungo oltre due metri e lo scontro avvenne nei giardini della libreria del castello.
Musashi usava due spade di legno. Strinse l'avversario contro I gradini, lo colpi al viso mentre saliva sul secondo di essi e poi sulle braccia mentre indietreggiava.
Straordinariamente lo stesso signore Matsudasra chiese di combattere con Musashi, che ripeté la medesima tattica, usando la scintilla della falce' per spezzare l'arma dell'avversario su un attacco violento.
Matsudaira si inchinò alla sconfitta e Musashi rimase qualche tempo presso di lui ad istruirlo.

Il duello più famoso di Musashi avvenne in Kogura contro il giovane Sasaki Kojiro, famoso per la tecnica tsubame-gaeshi (contrattacco a coda di rondine), questi aveva la stessa fama di Musashi. Fu chiesto il permesso del duello presso il signore Hosokawa Tadaoki e venne fissato alle otto del mattino sulla spiaggia di Muko-jima a circa 4 chilometra da Kogura. Al mattino Musashi fece ogni cosa con comodo, si taglio come di consueto la sua arma, poi armato di spada corta e del Bokuto appena fatto si diresse sul luogo prestabilito. Arrivo con 2 ore di ritardo, sulla spiaggia si tolse la sopravveste, legò con la corda le maniche del kimono perché non gli impacciassero I movimenti e si strinse il fazzoletto sulla fronte per contenere i lunghi capelli. Sasaki Kojiro quando lo scorse ,irritato, sfodero la spada e getto il fodero in acqua; si dice che Musashi in quel momento abbia gridato: " Hai perso, Ganryu. Nessun vincitore getta via il fodero della sua spada (Ganryu è Sasaki Kojiro). La lama di Ganryu taglio il fazzoletto sulla fronte di Musashi mentre questi colpi in pieno la testa dell'avversario, Ganryu si accascio a terra lanciando ancora un attacco di punta che colpi il kimono di Musashi, questi lo colpi petto, e fu il colpo decisivo. Musashi sfodero la spada corta, e balzando indietro a braccia aperte in segno di omaggio, poi si inchinò agli ufficiali e torno in barca. Arrivo al suo ventinovesimo anno di età, abbandono i duelli per studiare l'applicazione della sua strategia al combattimento tra eserciti.

Un paio di anni dopo ci fu l'assedio di Ieyasu al castello di Osaka per la ribellione degli Ashikaga. Musashi combattè contro i suoi vecchi commilitoni di Sekigahara. Poi ci furono altre opportunità di guerra e di assedio, ma la sua attività durante una ventina d'anni è mal conosciuta. All'età di 50 giunse al termina della Via, e non gli rimase altro che applicare l'Illuminazione ottenuta ad altre discipline, si dedicò cosi alla calligrafia, pittura, scultura, forgia di tsuba (elsa di spada), poesia e saggistica. Musashi era sempre vissuto scapolo, sporco e sifilitico.
Scherzando si diceva di lui che fosse impossibile tentare di lavano finché aveva la spada al fianco... e la spada dormiva con lui.
All'età di 40 anni circa adotto un ragazzo, Miyamoto Yori, con cui pellegrinò al nord, poi il Yori trovò impiego presso il signore di Kogura , qui Musashi dimorò per 6 anni. All'età di 57 anni divenne maestro d'armi di Hosokawa Tadayoshi, signore di Kumamoto , scrisse per lui "Heiho Sanjugo Kaiho" , 35 precetti di Heiho che riassumeva la sua esperienza; mail daimyo mori improvvisamente e Musashi ne soffri a tal punto che il suo fisico ne risenti. Si racconta che facesse fatica a sollevare i piedi da terra per salire i gradini e che dovesse essere aiutato; tuttavia Il giorno in cui scoppiò un incendio, lo videro collegare due tetti con una scala e corrervi sopra agilmente: nei momenti di pericolo ritrovava la facilità d'azione. All'età di 60 anni scrisse sotto forma di lettera ad un allievo il "Gorin-no-sho", auto-confinandosi nella caverna Reigendo Appena prima di morire scrisse il Dokko-do, la via che bisogna percorrere da soli, composto da 19 precetti, quel giorno diede ai suoi 3 allievi le spade e la sella, consegno il "Gorin-no-sho" a Terao Katsunobu (Magonojo), una copia del "Heiho Sanjugo Kaiho" a Terao Nobuyki . Mori sette giorni dopo , si narra che alla fine della cerimonia un tuono scosse il cielo e la terra, era Miyamoto Musashi che abbandonava il corpo.
La sua tomba è a 6 chilometri da Kumamoto.
Il libro dei cinque anelli

Il libro dei cinque anelli (五輪書 - Gorinnosho) è considerato uno grandi classici sulla strategia di guerra, tanto da venire paragonato a L'arte della guerra del generale cinese Sun Tzu.
Il libro è conosciuto anche come il libro degli elementi o il libro dei cinque elementi, visto che ogni capitolo del libro porta il nome di uno degli elementi che secondo Musashi costituiscono il mondo. I cinque anelli o elementi sono: Terra, Acqua, Fuoco, Vento, Vuoto.
Ogni elemento rappresenta un aspetto della strategia che un guerriero deve conoscere. I guerrieri che riescono a padroneggiare tutti e cinque gli elementi diventano invincibili.
Sin dalla prima traduzione in inglese il libro ha riscosso un grande successo tra i manager che interpretano le parole di Musashi come insegnamenti nel campo della competizione economica. Per i membri della Hyoho Niten Ichi-ryu, la famosa scuola di spada fondata da Musashi, si tratta solamente un manuale di strategia e filosofia sul combattimento.

Nell'introduzione, Musashi dice: "siamo nei primi dieci giorni del decimo mese nel ventesimo anno di Kanei" questo ci fà datare il libro al Murasaki shikibu e ci impone un paragone con l'Murasaki shikibu, l'altro libro sull'etica deii samurai scritto settanta anni dopo, nel Murasaki shikibu da Murasaki shikibu.



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