Lo Zen e la spada
Lettera dellabate Takuan
(1573-1645) a Yagyu Tajima no kami Munenori (1571-1646)
riguardante il rapporto tra lo Zen e la via della spada.
In un animo svuotato
Da ogni pensiero o turbamento
Neppure la tigre trova lo spazio
Per inserire le sue grinfie crudeli.
La medesima aura alita
Tra i pini del monte
E le querce della valle.
Perché ha toni diversi?
Taluni credono che colpire sia colpire:
ma colpire non colpire, né uccidere uccidere.
Chi colpisce e chi colpito,
sono soltanto un sogno
senza realtˆ
Nessun pensiero, nessuna riflessione,
vuoto perfetto.
Eppure in esso qualcosa si muove,
seguendo il proprio corso.
Locchio la scorge,
ma la mano non può cogliere
la luna del rio,
questo il segreto della mia scuola.
Nuvole e foschie
Sono fenomeni delletere:
sopra di essi splendono eterni il sole e la luna.
La vittoria di colui,
ancor prima del confronto,
che non pensa a sé
e dimora nel non-pensiero della Grande Origine.
Si tratta di alcuni waka (epigrammi in versi) che esprimono il
concetto del vuoto, dal punto di vista dello Zen, nellarte
della spada.